Linea Astratta: mostra di Eduardo Ferrigno, Antonio Izzo, Gianni Rossi

Facebookrssyoutubeinstagram
Facebookmail
opere di Antonio Izzo

Antonio Izzo

È stata inaugurata domenica 15 maggio 2016, presso il Centro d’Arte Mediterranea, la mostra “Linea Astratta”, rassegna con opere degli artisti Eduardo Ferrigno, Antonio Izzo e Gianni Rossi.

La rassegna è l’ultima tappa del percorso che ha caratterizzato la produzione dei tre artisti nel corso degli anni che dimostrano di aver raggiunto, dopo un lungo e proficuo magistero, una personale ed originale cifra stilistica.

Per questo motivo i dipinti che compongono la mostra, pur appartendo tutti all’arte astratta, si differenziano in maniera evidente per stile ed ispirazione.

Del resto, l’arte astratta ha avuto sempre la caratteristica di svilupparsi lungo direttrici tra di loro apparentemente agli antipodi, spaziando dalla rappresentazione del mondo interiore fino a giungere allo studio delle forme prime della realtà.

Dei tre artisti presenti in rassegna, Antonio Izzo è colui che ha focalizzato l’attenzione sullo studio del segno, tracciato con sicurezza e grazia compositiva all’interno di una superficie pittorica che idealmente diventa uno squarcio urbano, con evidenti richiami al graffitismo. Tuttavia, le opere si caratterizzano anche per l’utilizzo del colore, che esplode in maniera apparentemente incontrollata (e fortemente legato alla tavolozza partenopea), ma che concorre, in maniera determinante, a formare un insieme compositivo armonico e bilanciato.

Anche Gianni Rossi utilizza la pastosità della materia come base per i suoi dipinti. In questo caso, tuttavia, le forme geometriche dialogano dialetticamente con la materia, dando vita ad opere di grande rigore formale, essenziali eppure vive e vibranti e “costruite” grazie ad un sapiente uso del colore che alterna a tinte fredde improvvisi squarci di colori caldi.

Eduardo Ferrigno, infine, pur partendo da un rigoroso studio delle forme, in cui l’equilibrio compositivo gioca un ruolo chiave, estroflette le forme (geometriche) e impone allo spettatore un raffinato gioco di piani e volumi. Questa operazione, particolarmente complessa, diventa ancor più notevole se si considera l’utilizzo delle foglie d’oro che, a partire dall’arte bizantina, hanno da sempre determinato l’appiattimento dei volumi.

Particolarmente soddisfatto della mostra il Presidente dell’Associazione, il professor Gigi Madonna – L’idea era quella di portare all’attenzione del pubblico di Torre del Greco l’arte astratta. Apparteniamo ad una terra che ha da sempre avuto un occhio di riguardo per la figurazione; tuttavia, l’arte contemporanea sta iniziando ad imporsi ed abbiamo così deciso di aprire le porte del Centro ad artisti conosciuti e di grande qualità per mostrare che anche in ambito partenopeo disponiamo di artisti di prima fascia. –

La rassegna resterà aperta al pubblico fino a domenica 22 maggio.

Per info: www.centrodartemediterranea.it – 081.881.59.21

Facebookrssyoutubeinstagram
Facebookmail

Un commento:

  1. ANTONIO BORRIELLO

    Dialettica a specchi incrociati
    Ferrigno, Izzo e Rossi a confronto

    Una meraviglia la mostra “Linea astratta” presso il Centro d’Arte Mediterranea in Via Marconi a Torre del Greco. Tre eccezionali artisti, Eduardo Ferrigno, Antonio Izzo e Gianni Rossi si confrontano nel mondo dell’Astrattismo. Ognuno di loro, pur rimanendo fedele all’origine del proprio background artistico – culturale, evidenzia un comune filo rosso che li unisce: la voglia di sperimentare ed esplorare una pittura che va ben oltre alla stessa condizione di postastrattista. Di sicuro muovono dalla linea curva che emerge dall’evocativo, primitivo scarabocchio di Izzo all’asettica, adimensionale di Ferrigno, all’euclidea intersecazione di Rossi. Una meraviglia perché è piacevole per chi guarda immergersi in un’Arte che rinvia ad altro da sé. Sono forti ed evidenti i rimandi ai grandi dell’Astrattismo e dell’avanguardia (che a tutt’oggi resta). Tanti e mi piace citarli tutti (o quasi): Kandisnskij, Mondrian, Malevic, Albers, Basquiat, Dine, Klee, Klein, Malevic, Mertz, Newman, Nicholson, Noland, Rauschenberg, Reinhardt, Rodcenko, Rothko, Tobey, Twombly e infine, ma non per ultimo Moholy-Nagy. Eppure Ferrigno, Izzo e Rossi, una volta assorbita la lezione dei padri, vanno oltre quella meta che ogni artista deve necessariamente raggiungere: la Verità e, come affermava Ad Reinhardt, “l’arte è arte – in quanto – arte non è nient’altro che arte”. Con questi propositi, l’artista e teorico americano asseriva che solo l’arte astratta poteva assumere questo grado di estrema purezza. Intanto, i tre napoletani, a mio avviso nel pieno della maturità, non solo artistica, ormai da tempo percorrono felici sentieri propri che attraversano e superano ogni tecnica pittorica, materica, grafica. I tre operano nel campo della Geometria, della Matematica, ove sovente appaiono linee rette o semirette, spezzate, curve, linee orizzontali, verticali, intersecanti, infinite, linee e piani esuberanti di oro, rosso o nero. Ferrigno predilige la naturale fusione tra raffinati simboli e luccicanti materiali in rame. Un signore artista che con estrema maestria utilizza il legno, la madreperla, l’oro in un contesto rigorosamente preciso. Izzo ama il silenzioso volteggiare delle linee chiuse, aperte, sinusoidali, unitamente ai segni che appaiono e scompaiono come in un flashback perdendosi tra gli strati e sedimenti della biacca consumata, anzi beckettianamente incenerita o coperta con disomogenei lacerti di legno macerati. Rossi s’immerge in piani modulari che rinviano ad una impossibile urbanizzazione dell’anima. Una sorta di planimetria segmentata da cartine – contenitore dei rollini Kodak, con tanto di indicazione asa. Colori e forme sono permeati da punti, triangoli, quadrati, rettangoli e cerchi perfetti, precisissimi. Tutto millimetrato in una dimensione fuori dal tempo, dallo spazio metafisico senza fine. Spazi, linee, piani e segmenti uniformi che combaciano, si toccano formando degli istmi colmi di fascino, che creano zone, in cui due punti si trovano sovrapposti racchiudendo due o più aree prevalentemente in giallo rarefatto o in rosso vivo. La mostra è aperta fino al 22 maggio 2016, ore 10,30 – 13,00 – 17,30 – 20,00.
    Antonio Borriello

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *