Questo inedito libretto di Giovanni Matteazzi, un veneto trapiantatosi ad Angri sul finire dell'Ottocento, fotografa il paese quando si era appena consolidata l'idea di Unità Nazionale e nelle nostre plaghe il fenomeno del brigantaggio era stato ormai debellato
Le notizie riportate dal Matteazzi nel suo lavoro confermano sostanzialmente i dati ufficiali forniti nella relazione sul paese nell'ambito della nota Inchiesta Jacini, redatta il 28 maggio 1879 dall'allora Sindaco, Cav. Avv. Carmine Francesco D'Antonio. All'epoca Angri contava 9.720 unità stabilmente residenti nell'area urbana e 612 nelle campagne, per un totale di 10.332 abitanti; il territorio comunale vantava una proprietà fondiaria di 290 ettari circa di terreno collinoso e 1.189 ettari di terreni agricoli, molto più grande di quella odierna perché non aveva ancora perso la contrada Bagni a seguito della costituzione del Comune di Pompei, evento che avverrà nel 1925. L'ordine pubblico era assicurato da 6 Carabinieri e 3 Vigili Urbani. Tranne che nella penultima delle sue 95 strofe, il nostro Autore non cita mai direttamente personaggi del paese e accenna solo ai cognomi Adinolfi e Gargiulo. In effetti, si trattava rispettivamente del Sindaco, Cav. Avv. Francesco Adinolfi, in carica dal 20 ottobre 1883 al 25 luglio 1918, e di Mons. Paolo Gargiulo, Abate della Collegiata di San Giovanni Battista dal 1891 al 1894
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