Negli anni Ottanta dell’Ottocento l’orientamento politico dei governi dell’Italia, da poco unificata, era mirato allo sviluppo e al miglioramento dell’agricoltura, essendo ancora la più grande risorsa economica nazionale
Con questo scopo il Senatore Jacini fu incaricato di presiedere un’apposita commissione per eseguire un minuzioso lavoro informativo di acquisizione di dati statistici, tipologia di prodotti e metodi di coltura, volumi di produzioni, ecc. su tutto il territorio nazionale, richiedendo a tutti i Comuni di redigere una relazione, rispondendo a una serie di quesiti
I lavori durarono circa 5 anni e terminarono con una voluminosa relazione riepilogativa, contenente gli auspicati suggerimenti per migliorare le singole produzioni e l’intero carteggio prodotto dalla Commissione è conservato a Roma, presso l’Archivio Centrale dello Stato, e molteplici studi sono stati condotti su tali atti
Per quanto riguarda l’Agro e Angri sono emerse preziose informazioni che hanno consentito di disegnare una mappa delle abitudini e delle tradizioni agricole locali. Tra l’altro, l’esame della documentazione ha permesso anche di avere riscontri sugli aspetti del quotidiano, sul sociale e sulle abitudini delle generazioni passate
Di seguito, un passo della relazione redatta dal Comune di Angri
Descrizione delle colture
Piante erbacee. I boschi del Comune sono cedui essendo coperti di alberi di castagne, elci, faggi, carpini, ontani ecc. Vi predomina con specialità il castagno, con tendenza alla conservazione. Le viti sono portate a sistema di pergolati avendo bisogno annualmente di forte spesa di pali per la loro conservazione. Gli ulivi ed agrumi si coltivano in mite proporzione, come i noci, nocciuoli, meli, peri, ciliegi, susini, fichi ecc. In generale poi il terreno piano ed irrigatorio, si coltiva a granoturco, fagiuoli, piselli, fave, lupini, cavoli, pomi d’oro, meloni, meloni d’acqua, citrioli, carciofi, cipolle, patate e cottone, come pura la canape, l’orzo germano o grano ma per uso domestico
Tutto il ricolto eccettuato il bisogno ordinario dei naturali si esporta tanto nelle vicine province, come in quelle lontane, mediante speculatori che ne fanno spedizione
In altra pagina del sito si riporta un articolo sull'argomento pubblicato sul mensile ANGRI'80