L’Archivio di Stato di Salerno conserva i cosiddetti Inventari Napoleonici, redatti nel 1811, che riepilogano le opere d’arte conservate negli edifici di culto di Angri (Fondo Intendenza, buste n. 2475 e 2476)
Per la confraternita di Santa Caterina vi è un elenco che riserva alcune sorprese e tratteggia un quadro diverso da quello che conosciamo oggi. Il documento, firmato dall’allora Rettore don Antonio Mauri, recita così: nell’altare maggiore vi sono tre statue di legno, delle quali una esprime S. Catarina e altre due laterali esprimenti S. Barbara e S. Apollonia; nelli quattro altarini laterali vi sono quadri in tela de quali il primo esprime S. Biagio, S. Aniello, S. Maria delle Grazie; il secondo esprime S. Gennario, S. Antonio, S. Giuseppe, nella cappella di questo altare in ambedue i lati vi sono due altri quadri in tela che esprimo uno la morte di S. Giuseppe e l’altro la fuga in Egitto. Nel terzo si esprime S. Anna e nel quadro S. Rocco; tutti quadri di pittura ordinaria. Vi sono ancora due altre statuette una esprimente il Salvatore risorto e l’altra la Concezione, ambedue in cartapesta; nell’oratorio dove si radunano i confratelli vi è un quadro in tela esprimente S. Caterina. Antonio Mauri Rettore
Tuttavia, non deve meravigliare se le opere elencate risultano in parte diverse dalla situazione odierna; oltre a quanto portato via dai francesi abbandonando il Regnole, secondo le cronache dell’epoca, è del tutto naturale che nel tempo alcune opere vengano danneggiate e perse, vadano in disfacimento, se non addirittura trafugate! Così, i templi si sono arricchiti di nuovi dipinti in epoche successive. E in questo caso rientra anche la nostra confraternita; difatti, nel 1855, a distanza di 54 anni dalla situazione descritta ne abbiamo un esempio; il pittore figurinista Luigi Capone di Maiori, già noto per aver realizzato la Via Crucis della Collegiata, trafugata durante la chiusura dovuta al terremoto del 1980, e aver restaurato altre opere, dipinge Lo sposalizio mistico di S. Caterina, che oggi adorna la chiesa