Il concorso per la decorazione pittorica della Collegiata, indetto nel mese di aprile del 1940 dall'Abate Vaccaro, si concluse il 16 giugno seguente con la scelta del progetto di Lorenzo Iovino

La Commissione concorsuale venne presieduta, ideata e organizzata dal Prof. Landi, Accademico di San Luca e autore della decorazione della cupola della Basilica di Pompei; vennero chiamati a farne parte il pittore Manlio Giarrizzo, l’architetto Wladimiro Nespoli e lo scultore Alessando Monteleone

La Commissione si espresse positivamente sul progetto di Iovino perché ritenuto il più organico, chiaro e genuino, anche se invitò l’artista a preparare un ulteriore bozzetto per la cupola. Tuttavia, il 30 agosto seguente il Prof. Rosi, Soprintendente ai Monumenti per la Campania, intervenne nella questione invitando l’Abate a presentare il progetto delle opere da eseguire, ma dall’esame del carteggio inviato scaturirono alcuni veti sulle decisioni della commissione e su alcuni decori proposti perché non conciliabili con il carattere e con l’interesse monumentale dell’immobile

Nel frattempo, la guerra in atto e i danni al sacro edificio, prodotti dalle operazioni belliche avvenute ad Angri dopo l’8 settembre 1943, impedirono il prosieguo della pratica

A guerra finita, Lorenzo Iovino riprese le sue attività decorative in Collegiata, per la parte non osteggiata dalla Soprintendenza, mentre Mons. Vaccaro intraprese una lunga attività di confronto con tutti gli Organi istituzionali preposti, coinvolgendo anche la Commissione d’Arte Sacra Vaticana. Ed è datata 7 agosto 1948 una lettera di risposta del Ministro della Pubblica Istruzione, a cui l’Abate si era rivolto per ottenere una rapida conclusione della vertenza, con cui veniva disposto il divieto di eseguire la decorazione pittorica, vista l’importanza di quella esistente

Il copioso carteggio presente nell’archivio della Collegiata (contratti per i singoli interventi di restauro e decorazioni, ricevute degli importi percepiti da Iovino, l’ultima delle quali è datata 4 luglio 1960, relazioni per la Soprintendenza, progetto finale presentato dall’artista e lettere con gli Organi istituzionali italiani e del Vaticano, per circa 100 carte sciolte), riporta varie lettere da e per l’allora Commissione Pontificia per l’Arte Sacra

L’Archivio Apostolico Vaticano conserva il carteggio della pratica nell’unità archivistica “Commissione Centrale per l’Arte Sacra in Italia, Archivio Generale 170, fasc. 5” per un totale di 79 carte sciolte e 4 fotografie

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