Il frammento del dipinto di San Pasquale BaylonxIl frammento del dipinto di San Francesco di Paola

 

In seguito alle indagini effettuate dal Carabinieri, sono stati recuperati i frammenti di due dipinti trafugati dalla chiesa della Madonna dei Bagni di Scafati (SA) il 17 settembre 1994

Determinanti per l'operazione sono state le fotografie dei quadri presenti nella banca dati del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale e con le stesse immagini il dott. Visconti ha realizzato le copie visibili oggi dei quatto dipinti rubati, ricollocate in sede nel 1996

Circa le notizie di dettaglio sul loro trafugamento, si rinvia ad altra pagina di questo sito, mentre si riportano, di seguito, le descrizioni dei dipinti fatte dal compianto P. Cristoforo Bove dopo il furto

 


 

Una delle tele originarie

 

DIACONO IN DALMATICA

Il quadro, in pittura oleo su tela, rappresenta un diacono in dalmatica, ma soprattutto esprime una verità teologica: la fuga da ogni eresia rappresentata dall'oscurità del fondo tempestoso, dal quale il santo sta fuggendo. L'angelo, ai suoi piedi, gli indica una strada diversa dalla tempesta funerea dello sfondo: anche qui la celebrazione della verità incarna alcuni momenti plastici che possono ravvisarsi nella struttura teologica della Controriforma. Dietro il diacono/sacerdote ci sono alcuni personaggi che intendono seguirlo: è il segno, teologicamente parlando, che quello che impersona il diacono/sacerdote è la verità della Chiesa. L'interpretazione dell'immagine è di carattere dommatico: seguire la visione angelica del diacono/sacerdote per essere della verità

 


 

Una delle tele originarie

 

SAN PASQUALE BAYLON

Pittura manieristica di grande pregio e valore artistico: rappresenta San Pasquale Baylon nei momenti più vivi della sua biografia e della sua devozione spirituale al SS. Sacramento. Lo schema pittorico non è nuovo; basti pensare alle analoghe grafie pittoriche di Spagna e Regno di Napoli, per evidenziare, qui, un momento di copiatura ermeneutica. Potremmo chiamare questa pittura l'estasi di Pasquale dinanzi al SS. Sacramento. Ma non tutto si esaurisce in questa definizione, perchè, nella pittura, vi sono alcuni elementi storici che possono informarci meglio dinanzi alla sua stessa composizione. Qui, appare il contadino Pasquale sullo sfondo della croce che egli soleva estendere quando pascolava le pecore; un momento biografico di notevole incidenza in questa pittura. Gli angeli, o putti, che presentano a Pasquale il SS. Sacramento, sono un elemento troppo visivo della Controriforma Cattolica; quindi, la pittura deve essere compresa all'interno della Controriforma Cattolica, che affermava con più forza la Presenza Reale del SS. Sacramento. Per essere stato sviluppato nella nostra plaga, questo rappresenta un momento storico-agiografico della lotta e della riaffermazione dell'Eucarestia, in momenti non lievi della discussione teologica che ebbe anche qui i suoi interlocutori

 


 

Una delle tele originarie

 

SANTO VESCOVO

La scena, nella quale si inquadra questa rappresentazione, è uno sfondo ecclesiologico che possiamo distinguere nei seguenti momenti: di lontano, quasi in reminescenza architettonica, appaiono palmizi e alberi di diverso genere; il tutto dominato da un angelo, o putto, che sembra stia a scaraventare qualche sentenza. Un elemento, questo, assai noto nella pittura tra i secoli XVII-XVIII (=Controriforma); il momento chiave, rappresentato dal vescovo, insignito di mitra e di pallio omerale, significa che ci troviamo di fronte ad una celebrazione pittorica di carattere cultuale-martiriale e che potrebbero far pensare ad un momento testimoniale; il cane, chiazzato, ai piedi del vescovo, potrebbe sintetizzare un momento manieristico del pittore, o anche un elemento di significanza popolare, che andrebbe interpretato nell'ambito di un'analisi comparata della pittura locale. Le mani, comunque, del vescovo, in segno di difesa e testimonianza, sono indubbiamente un elemento che rassegnano la pittura come un elemento martiriale

 


 

Una delle tele originarie

 

SAN FRANCESCO DI PAOLA, eremita

Siamo in clima di Controriforma: Francesco di Paola viene qui rappresentato come eremita (bastone in mano) teso in un momento alto della sua contemplazione. E il momento pratico viene espresso dall'adorazione del SS. Sacramento. Il fatto che esso venga rappresentato dai putti/angeli, esprime proprio un manierismo della Controriforma, che rappresenta anche la datazione cronologica della pittura; significativa, non solo per questi aspetti di affermazione dommatica, bensì anche per l'aspetto della pietà cristiana. Gli angeli al vertice e ai piedi dell'eremita rappresentano una verità troppo felice della Controriforma: il Cristo nell'Eucarestia diventa, qui, verità e fondamento dell'espressione eremitca del Santo

 

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