L'organo e la cantoria con i fregi trafugati

 

La Chiesa di San Giovanni Battista di Angri conserva un monumentale organo installato sulla cantoria che sormonta l'ingresso centrale del tempio. Il pregevole complesso rimonta alla prima metà dell'Ottocento e si deve all'opera di decine di valenti artigiani.

Il primo esemplare fu realizzato dai fratelli Gennari nel 1856 e costò ben 5.000 Ducati. Per costruirlo furono necessari ben quattro anni e a lavoro finito fu concessa un decennio di garanzia, secondo i costumi del tempo.

Parallelamente venne costruita la tribuna destinata a ospitare lo strumento su progetto dell’architetto Tommaso Benevento. I materiali impiegati furono la pietrarsa della cava di Bosco detta del Mauro, la pietra di Carifi, i legni di quercia e di abete di Calabria, il tiglio per gli ornati, una miscela di pece e cera per lo stemma di S.Giovanni e la creta per gli angeli alati. L’indoratura finale venne affidata al napoletano Gaetano Giaquinto che usò oro fino napolitano … della fabbrica di Napoli Monteverginella.

In sintesi, il possente strumento e la sua cantoria vennero realizzati a fronte di una spesa complessiva di 8.040 Ducati e 54 grana, che tradotti il Lire, che da lì a poco sostituirono la divisa borbonica, ammontavano a oltre 36.180 Lire, ovverosia a un controvalore odierno pari a circa 174.300,00 Euro, calcolato in difetto secondo le tabelle ISTAT aggiornate a dicembre 2015.

Ma il lavoro dei fratelli Gennari non riscosse appieno le aspettative del Capitolo angrese che nel 1875 commissionò una serie di modifiche a Pietro Saracini di Alvito per l’inserimento di ulteriori registri. Ad ogni buon fine, questo magistrale strumento fece ascoltare le sue possenti note per ben 16 lustri prima di essere sostituito dall’attuale organo messo in opera nel 1936 da Giuseppe Rotelli di Cremona per la cifra di 92.000 Lire, pari ad un controvalore odierno che sfiora i 100.000,00 Euro.  Questo nuovo organo venne inaugurato solennemente con tre distinti concerti tenutisi il 15, il 19 e il 22 marzo del 1936 a cura di una Commissione collaudatrice composta dal Comm. Ulisse Matthey, professore di organo dell’allora Regio Conservatorio di Torino, dal prof. Gaetano Grieco e dal prof. don Gaetano Smaldone.

L’ultimo intervento, di cui l’archivio della Collegiata riporta notizie, risale al 1947. In quella contingenza fu necessario ripristinare lo strumento dai danni subiti durante le operazioni belliche del settembre 1943, quando la Collegiata fu colpita dai mortai alleati. Furono smontati e revisionati tutti i pezzi, vennero sostituite diverse parti e il lavoro venne affidato ad Antonio Venditti di Cava dei Tirreni. Il successivo collaudo fu effettuato nuovamente dal prof. Grieco.

Durante la forzata chiusura della Chiesa a causa del terremoto del 1980, vennero trafugati quasi tutti gli ornati dorati in tiglio della cantoria

 

 

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