Le descrizioni delle tele del cassettonato e di quella situata sopra l’altare di Santa Margherita della chiesa di San Giovanni Battista di Angri è riportata a pagina 108 e alle pagine 117 e 118 del volume Angri e il suo Patrono San Giovanni Battista (1997) e furono redatte da Elio Alfano, Gerardo Iovino e Gianni Rossi. Al momento dell’esame stilistico effettuato dai tre artisti angresi le tele erano oggetto di restauro da parte della dottoressa Veronica Hartman e in quella circostanza si è avuta la conferma che il dipinto che sovrasta l’altare di Santa Margherita – che in realtà è perfettamente rettangolare e non segue la curvatura della volta in cui è oggi collocato – non occupa la sua posizione originaria che, verosimilmente, era quella sovrastante l’ingresso centrale del tempio prima della costruzione della cantoria e del grandioso organo, che rimontano alla fine della prima metà dell’Ottocento
I dipinti illustrano alcuni dei momenti più salienti della vita del Santo: la Visita della Madonna a Santa Elisabetta, la nascita del Santo, il martirio e il banchetto di Erode, durante il quale la testa recisa del Santo viene portata a Salomè. Durante il restauro venne messa in relazione la firma presente sulla tela più grande, quella della nascita del Battista, con un’altra analoga presente in uno dei pennacchi della cupola della chiesa di Gesù e Maria di Foggia
Nel 2005 Antonio Braca, nel suo saggio dal titolo La pittura del Sei-Settecento nell’Agro nocerino-sarnese: il Settecento, presente nel volume Architetture e opere d’arte nella valle del Sarno a pagina 392 e a pagina 426, fornisce un’accurata descrizione degli stessi dipinti, mettendoli in relazione con gli influssi stilistici dei grandi artisti dell’epoca, attribuendo a Nicola Ferlotti le tre tele del cassettonato e a Costantino Desiderio la tela della Visitazione. E sempre nel 2005 Mimma Pasculli Ferrara nel tratteggiare La situazione artistica in Puglia nel Settecento, nell’ambito del volume di Giacomo Lanzilotta (a cura), dal titolo Vincenzo Fato nella pittura del Settecento in Puglia, edito dal Comune di Castellana Grotte (BA), a pagina 18 afferma che Un artista meno noto del De Filippis, ma decisamente superiore, è quel Nicola Lersotti che esegue l’affresco nella cupola e sui pennacchi della chiesa di Gesù e Maria a Foggia … e appare vicino al De Matteis, ma sensibile anche alla lezione del De Mura e Solimena. Probabilmente napoletano, è a noi noto solo attraverso le inedite tele dipinte per la Chiesa Madre di S. Giovanni ad Angri: il Banchetto di Erode, la Decapitazione del Battista, la Nascita del Battista e la Visitazione molto rovinata (durante il restauro operato da Veronica Hartmann è venuta fuori la firma N. Lersotti 1747 con le iniziali intrecciate)
Indubbiamente, a giudicare dalle due firme messe a raffronto e dai tratti dei suoi lavori, si tratta del medesimo artista (sia esso Lersotti o Ferlotti!); tuttavia, resta da appurare definitivamente chi sia l’autore del grande dipinto della Visitazione, su cui i due esperti sono discordi